Russel K probabilmente non dirà nulla a molti appassionati di alta fedeltà e certamente in molti si chiederanno se era così necessario immettere nel mercato italiano un altro marchio di diffusori acustici
Sfogliando uno degli “annuari di suono “ si dovrebbe rimanere perplessi dall'enorme numero di costruttori di casse acustiche. E spesso si tratta di costruttori senza arte ne parte, improvvisati o che copiano spudoratamente questo o quell'altro marchio, a volte imitandone persino i nomi....
A ben guardare, probabilmente dei quasi 200 costruttori di diffusori hi fi, almeno due terzi potrebbero tranquillamente non esserci...
Negli anni d'oro di questa nostra passione , quando si andava nel negozio di alta fedeltà i marchi erano decisamente meno, JBL, A.R. ESB Advent Epicure, Bozak , Infinity Quad i primi che mi vengono in mente . I nomi “esoterici “ si contavano sulle dita di una mano ed erano Dahlquist, OHM , Acoustat X e pochissimi altri
Altri tempi, sotto tutti i punti di vista
Russel Kauffman ( la K ) è stato il progettista storico di Morel e B&W . E mi sembra un ottimo biglietto da visita
Ma questi diffusori sono un suo progetto personale, infatti non hanno nulla che possa in qualche maniera ricordare il marchio inglese per il quale ha lavorato
Nel sito della Russel K si possono trovare informazioni sulla filosofia di progetto ma soprattutto “dell'idea “ che sta alla base del progetto, ma andremo anche a scoprirle in questa piccola recensione
Il marchio inglese era apparso fugacemente tempo fa per mano di un altro importatore ed ora è di nuovo tra noi grazie alla competenza infinita e alla reale passione di Silvano Del Basso
Per ora il catalogo Russel K è composto da tre diffusori , le RED 50 , quella della quale ci occupiamo , le RED 100 e le RED 150, da pavimento. Esteticamente la più piccola da scaffale , la RED 50 , non fa nulla per non ricordare i soliti, classici, mini monitor inglesi, primo fra tutti la 3/5a
Il motivo per il quale si chiamano RED onestamente non lo so, ne esiste una versione con il frontale , appunto, color rosso, ma la versione in mio possesso è di una splendida finitura in vero legno noce a poro aperto. Il costruttore dice con molta onestà che i diffusori sono realizzati in Europa , certamente in un paese dell'est per ovvie questioni di costi di mano d'opera
Il cabinet è in MDF da 16 mm di spessore e il frontale da 19 mm, completamente senza materiale assorbente !! Il tweeter è un cupola morbida da 25 mm e il woofer un 13 cm in carta trattata e sospensione in gomma. Il cross-over utilizza componenti della più elevata qualità e gli altoparlanti
hanno un solo componente nel percorso del segnale. Posteriormente ottimi connettori che accettano praticamente tutto, bananine 4 mm, filo spellato di grossa sezione e forcelle e il reflex ( che poi un reflex non è )
Il progetto ricorda sotto alcuni punti di vista un diffusore che Silvano e io presentammo alla mostra
Gran Galà dell'Alta fedeltà l'altr'anno a Limena , i fantastici Harmonix Encore, anch'essi senza alcun materiale assorbente all'interno.
Gli altoparlanti sono fissati al mobile senza alcuna guarnizione proprio per permettere ai drivers di trasmettere la massima energia al mobile che a questo punto invece di “cancellare “ l'emissione posteriore del woofer, la utilizza per “accordare “il diffusore.
In realtà l’interno del diffusore non è esattamente vuoto, ma è diviso da un pannello, parallelo al frontale, che funge da divisorio e rinforzo,con molti piccoli fori, che permettono quindi all’emissione del woofer di essere controllata ed uscire dal reflex posteriore
Complessivamente il diffusore si presenta con una veste estremamente rassicurante, assolutamente classica ma indubbiamente capace di infondere una sorta di aspettativa di eccellente suono.
Come non mi stancherò mai di ripetere che non si può giudicare un qualsiasi oggetto inserito in una catena di riproduzione senza considerare che il risultato finale dipende da tantissimi fattori, spesso di combinazioni casuali, e a volte ,anzi praticamente quasi sempre , non significa che “più costoso è e meglio suona “
Bisogna dire fin da subito che le Russel K non sono affatto così esigenti ( il che non vuol dire che non lo sono ) e che riescono a suonare molto bene anche con sorgenti e amplificatori di non elevato prezzo. Molto importante invece , sembra, il posizionamento . Piedistalli stabili ma non pesanti, anzi , e se possibile , adeguata distanza dal muro di fondo, 60-70 cm vanno bene ma soprattutto dai muri laterali. Inutile quindi fare il solito elenco di apparecchi che le hanno accompagnate e fatte suonare durante vari bollenti pomeriggi di questa estate. Le sorgenti sono sempre le solite, giradischi Linn,
Rega e Klimo, lettore CD Naim e Creek e musica liquida con Dac Hegel
Che non siano le solite casse ( diciamocelo sinceramente, molto spesso tantissime casse anche di prezzo dimensioni aspetto diverso hanno sempre lo stesso medesimo suono ) lo si sente subito.
Semplicemente sembra di non ascoltare una coppia di diffusori.
Come facciano a “sparire “ in questa maniera io onestamente non lo so, sta di fatto che ascoltando della musica con gli occhi chiusi è praticamente impossibile localizzare i diffusori, il fronte è talmente ampio in larghezza, altezza e profondità da rimanere sorpresi. Il dettaglio in gamma alta è simile a quello di una coppia di diffusori elettrostatici, se vogliamo dargli un colore direi un azzurro chiaro, la gamma media , straordinaria. Quello che lascia disorientati è appunto l'effetto tridimensionale della scena. Un disco che spesso uso per evidenziare le caratteristiche o i limiti di un componente audio è Clouds without water del gruppo ZOAR . Il disco, molto particolare, ha un paio di brani cantati da Brendan Perry dei Dead Can Dance. Non so come facciano certi “recensori” delle nostrane riviste a descrivere quelle che sono così personali sensazioni, dei momenti non ripetibili, delle condizioni che poi non sono quelle di un reale utilizzo casalingo, con altri componenti, in altri ambienti, in diverse condizioni mentali ecc . Quando scrivono di bassi profondi o di alti taglienti, o di medi radiografanti. Io non lo so. So solo che ho Brendan Perry qui davanti, alto un metro e 80, che dietro a lui c'è uno spazio enorme, la voce è profonda , evocativa ,sola, capace di cullare i sensi , un mix tra Frank Sinatra e Jim Morrison e gli effetti musicali sono decisamente ai lati e quasi dietro l'ascoltatore.
In particolare il penultimo brano, Wakeworld, realmente difficilissimo da riprodurre, soprattutto alla fine, con percussioni e delle campane oltre ad un crescendo da mettere a dura prova amplificatori, diffusori e... timpani. Ebbene, l'ampli HEGEL non è certo dotato del Dolby Atmos, eppure le campane sono assolutamente davanti , ai lati e SOPRA alla mia testa. Intendo proprio sopra....
Anastasis dei Dead Can Dance, nono disco del gruppo formato da Perry e da Lisa Gerrard regala momenti musicali raffinatissimi ed emozionanti , ritornando alle connotazioni mistico-arabeggianti dei loro precedenti lavori come il meraviglioso Into the Labyrinth . Il brano KIKO termina con un assolo di Brendan Perry che lascia col fiato sospeso. Con le Russel K non si può parlare di bassi o alti,al limite ci si chiede come possa un woofer da 13 cm ottenere frequenze cosi profonde ed articolate ,ma di pelle d'oca, di reale, genuino coinvolgimento emotivo.
Indipendentemente dal genere (,Steven Wilson Raider 2 live, 24 minuti di musica progressive che spazia dai King Crimson ai Nucleus) il risultato è sempre sorprendente per pulizia e trasparenza. La dinamica è corretta e mai esplosiva, i pianissimi rimangono comunque ricchi di dettagli e le grandi masse orchestrali non si scompongono mai, neppure a volumi elevati ( compatibilmente con le dimensioni,ovviamente ) Scrivevo all’inizio che le Russel non sono particolarmente esigenti, ma si tratta di trovare una sorta di equilibrio tra potenza,non troppa non troppo poca e qualità, non un transistor che suona da valvola e non una valvola che suoni da transistor. Era del resto lo stesso problema che si aveva con le LS3/5a , poca potenza e non rendevano,troppa le snaturava.
Il prezzo,1290 euro per la versione walnut ,le pone al centro di una agguerritissima concorrenza, capace di una costante pubblicità sulle riviste di settore,o di apparenti soluzioni tecnologiche , materiali innovativi o design sofisticati. Per questi motivi, ed altri che non staremo qui ad approfondire, le Russel K sono diffusori non per tutti, non per chi ascolta il suono dell’impianto o si diverte a cambiare e scambiare componenti ogni 15 giorni . Chi ha una coppia di LS 3/5a lo sa bene
Forse il segreto di questi diffusori è proprio nella apparente semplicità del progetto
E nell'esperienza del suo progettista che sembra prendere le distanze dai tanti diffusori supertecnologici dai materiali aerospaziali, pesantissimi, ipercostosi, ma spesso senza anima, senza vita. Le Russel K aprono un nuovo capitolo, forse quello che permetterà di riavvicinare le persone all'ascolto della musica seriamente e con passione. Per quanto mi riguarda l'invito è quello di ascoltarle, immagino già l'espressione di stupore