Ogni volta che tiro fuori dagli imballi una coppia di Kef mi tornano in mente i diffusori del marchio inglese ma anche i famosi altoparlanti, il tweeter T 27, il famosissimo B 110, ma anche il B 200 o lo straordinario woofer B 139. Mi ricordo tutti i diffusori che ho avuto, e una buona parte di loro era equipaggiata con questi magnifici altoparlanti. Le Linn Kan , le Linn Sara e Isobarik, ma anche le ultrafamose LS3/5 , Le Kef 104, le Chorale le prime che mi vengono in mente. Ma anche le Wilson Audio sulle Wamm, che ovviamente non ho avuto Quindi un costruttore che dal 1962 è certamente tra i più famosi e raffinati, e anche tecnologicamente evoluti. Assieme a B&W probabilmente il primo ad utilizzare programmi computerizzati nella progettazione di cross-over e sistemi per la riduzione delle risonanze dei mobili. Da alcuni anni ( dopo un periodo un poco discutibile almeno dal punto di vista estetico...) Kef probabilmente è sul podio per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo di sistemi di altoparlanti di altissimo livello. Le riviste lo confermano e anche i numerosissimi premi, compresi quelli annuali dell'EISA Da anni la KEF LS 50 , ora nella versione Meta è considerata uno dei migliori mini in commercio, grazie all'altoparlante uniQ. Questo incredibile altoparlante, nelle sue varie versioni più o meno sofisticate, viene montato praticamente su quasi tutti i diffusori. La struttura è praticamente la stessa. Il tweeter viene montato al centro dell'emissione del woofer così da apparire come una unica fonte sonora. Sfruttando la forma del woofer il tweeter poi si trova anche ad avere una sorta di “adattatore di impedenza acustica “ . La nuova serie Q comprende vari modelli, la Q Concerto con stands dedicati , la Q 7 la più piccola da pavimento , poi la 11 sempre da pavimento , la Q 3 e la Q 1da libreria La nuova serie Q Meta utilizza la tecnologia metamaterial absorption technology precedentemente usata sulle serie R , Reference e Blade
L'imballo certo non è al risparmio e garantisce sicurezza durante il trasporto . Libretto di istruzioni, oltre a due “tappi “ in gommapiuma da applicare sul condotto reflex ( che poi un reflex esattamente non è ) nel caso di installazione nelle immediate vicinanze di una parete di fondo .
Dimensioni molto simili alle “sorelle maggiori “ R 3 ( meno di un paio di centimetri più larghe )
una ottima finitura simil legno e una bella griglia in tessuto. La prima impressione ? Molto eleganti e curate !
Oramai l'impianto è sempre lo stesso, rodato, conosciuto, affidabile, con qualche novità
La gamma Cyrus oramai non sorprende, al classico Cyrus One si affianca il Cyrus 7 xr, certamente di una fascia di prezzo più impegnativa . Novità per quanto riguarda le sorgenti. Al classico Cyrus CD si aggiunge una meccanica CD Primare DD35 , un mitico Marantz CD 15 e un LINN LP 12 con Akito e testina MOFI ,cavi Chord e MIT ( dai, tanto non ci costa nulla esagerare ) Stands Norstone, massicci e pesantissimi. Accessori vari EAT e CHORD e un bastoncino di incenso..
Per motivi che ancora mi sorprendono, l'acustica del negozio , dove posiziono l'impianto in prova ,consente in genere di avere una immagine abbastanza sviluppata in larghezza ma decisamente molto in profondità con un effetto a volte sorprendente per quanto riguarda la localizzazione di strumenti e masse sonore e cantanti. Quindi posizionate le KEF che “guardano “ appena l'ascoltatore, ad oltre un metro dalla parete di fondo
Certo non è facile descrivere a parole come “suona “ una coppia di casse acustiche, viste le innumerevoli varianti in gioco, compreso l'umore della giornata. Ma se c'è qualche cosa che stupisce in queste Kef Q Concerto è il fatto di avere l'impressione di averle sempre conosciute. Continuiamo a parlare di bassi, di alti, di dettaglio ? Perchè invece non parliamo di naturalezza e musicalità ? Credo che con la Concerto Kef abbia veramente fatto un miracolo . Il salto dalla precedente serie Q è evidente ( e già si trattava di eccellenti diffusori ) non tanto in termini di timbrica, il marchio inglese ha sempre mantenuto una sua caratteristica impronta sonora , quanto in termini di trasparenza e localizzazione . Si può tranquillamente dire che le KEF Concerto...non ci sono, non si sentono, non si fanno vedere. C'è la musica, solo quella, non sembra provenire dai diffusori, assolutamente, e la cosa che stupisce è una incredibile coerenza, la scena che si crea dietro alle case è corretta, credibile, fluida , non altissima ,ma MOLTO LARGA, oltre i lati delle casse, senza interruzioni, quasi in cinemascope
I soliti brani, quelli che conosco bene per averli ascoltati dal vivo. Certo, non pretendo le stesse emozioni , irripetibili, di un evento dal vivo, non spero di chiudere gli occhi e trovarmi i Dead can dance e Lisa Gerrard davanti, o Fabrizio DeAndrè, quello no, ma spero di lasciarmi andare ed ascoltare la musica e non l'impianto ( cosa che oramai fanno tantissimi pseudo audiofili ), di riconoscere quelle voci, di ritrovare, tramite l'impianto, quei brividi, quelle sensazioni, quell'entusiasmo
Le Kef Concerto fanno questo, hanno i bassi giusti, veloci dettagliati profondi, la gamma media raffinata e vellutata, gli alti trasparenti e rivelatori, ma non ci si pensa, non ci si fa caso
Sono così perfette ? Non lo so, e tutto sommato non mi pongo neppure la domanda, ma se il fine ultimo di queste splendide Kef Concerto è quello di mettersi da parte ed emozionare , divertire o commuovere...beh queste ci riescono veramente alla grande